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Giacca Emporio Armani 90s
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Giacca Emporio Armani 90s

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Emporio Armani
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iacca Emporio Armani 90s , color blu notte /nero ( difficile da capire) non ha più' l'etichetta con composizione e taglia, direi al tatto decisamente fresco lana , chiusura a tre bottoni, con martingala sul retro . Ha un taglio incredibile . Vestibilita' over adatta fino una taglia 46 . 2hand in ottime condizioni qualche segno del tempo.

Misure indicative

spalle cm 50

manica cm 60

petto cm 59x2

vita cm 50x2

fianco cm 53x2

lungh cm 83

Per chi aveva poco meno di vent’anni negli anni Ottanta, il negozio di Emporio Armani in via Durini lo ricorda bene, anche se oggi ha cambiato location (Via Manzoni, 31 ndr). Sorgeva a pochi passi da Piazza San Babila, e dal Burghy, la catena italiana di fast food. Armani aveva deciso di aprire il suo Emporio per avvicinarsi, e raccontare con un’estetica diversa il vastissimo e complesso mondo delle culture giovanili. Il successo fu immediato e planetario. A dispetto delle critiche mosse contro un’operazione che, in principio, fu considerata una “scelta azzardata”. L’intuizione invece si rivelò presto più che buona, Armani portava in Italia l’idea della “moda democratica”, nel suo emporio – mai nome fu più azzeccato – erano in vendita capi griffati Armani a prezzi accessibili ai più giovani. Forse il primo passo di quel concetto di “inclusività” che oggi va tanto di moda nella moda. Pioniere anche in questo. «Emporio Armani nasce nel 1981 - in anticipo sui tempi. L’ho immaginato come una linea con cui sperimentare, catturando le nuove tendenze e proponendo una moda democratica» racconta Giorgio Armani  «un contenitore nel quale ciascuno può trovare qualcosa e farlo proprio, interpretandolo in modo personale».

Il denim, all’epoca, era la parte centrale dell’offerta. Nessuno stilista, prima di allora, aveva mai pensato di farlo. E funzionò. Quelli, del resto, erano gli anni dei paninari, San Babila era il loro epicentro, i sabati pomeriggi quelle strade diventavano un crocevia di giovani per cui jeans e maglie logate erano i capi da avere, punto. Non possederli significava essere fuori dal gruppo. Il simbolo dell’aquilotto – che Giorgio Armani ha raccontato, in più di un’occasione, aver disegnato quasi per caso, buttando giù uno schizzo mentre era al telefono con il suo socio Sergio Galeotti che insisteva per definire un logo – era diventato, in poco tempo, un simbolo di appartenenza, e l’Emporio Armani era esploso come un fenomeno di costume.

https://www.gqitalia.it/moda/article/emporio-armani-storia-marchio